lunedì 23 maggio 2011

Gianni Fava: riconvertire il polo chimico


da "La Gazzetta di Mantova" - 12 maggio 2011

Da tempo quando cittadini, o loro rappresentanze o istituzioni, puntano l’indice su un’azienda accusandola di inquinamento, chi risponde per confutare o attenuare gli addebiti non è più l’azienda in questione, ma la Cgil. La preoccupazione per il lavoro supera quella per la salute, il sindacato diventa più realista del re. Dimenticando che il lavoro, fondamento della nostra Repubblica, trova un limite nella tutela della salute come ricordano diversi articoli della Costituzione, il sindacato sempre più spesso si trova contro la maggioranza dei cittadini, sempre meno convinti che il vantaggio occupazionale (in calo) possa essere compensato dallo svantaggio per la salute (in crescita).


Questo anacronismo porta Donatella Frezzotti del direttivo nazionale Cgil a negare l’evidenza. Ad esempio, quella del Consensus Report sottoscritto dai maggiori esperti in materia e pubblicato sul sito web ASl di Mantova. Lì si spiega che i livelli di diossina nel sangue dei mantovani sono più elevati che altrove e che aumentano proprio laddove la frequenza dei sarcomi risulta maggiore. E, guarda caso, proprio nei quartieri di Mantova più vicini al Petrolchimico. Se aggiungiamo lo studio più attuale delle malformazioni congenite, la logica negazionista è smascherata.

Il mio pensiero si richiama anche al decalogo programmatico delle 19 associazioni ambientaliste della provincia di Mantova. Dite anche a loro che è un libro dei sogni: sapranno come regolarsi. In questo documento la parola delocalizzazione non compare, anche perché non può essere nelle nostre mani, ma solo in quelle delle aziende che si muovono secondo le convenienze di mercato. La parola riconversione non è un sinonimo, vuol dire ben altro. E’ quella che io vorrei promuovere, in accordo con le forze economiche, a partire dalle eccellenze del territorio, chimica in testa.

La costruzione del Parco scientifico-tecnologico e di ricerca ne costituirà l’asse portante, già in fase avanzata di progettazione. Questo è il futuro che io vedo per Mantova, non le patetiche riproposizioni di un passato a cui la Cgil si aggrappa memore di lontane affermazioni di potere. Ma scivola e cade, trascinando con sé Pastacci, i suoi incauti alleati e i suoi tecnici di area che hanno purtroppo condizionato anche le strategie del ministero dell’Ambiente. Ma questa storia è finita.

Gianni Fava

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